FGAS, crescono le patenti: imprese a quota 22mila, persone fisiche a 54mila

Gli ultimi dati Unioncamere ed Ecocerved sul Registro f-gas, pubblicati da Cna impianti e commentati dal suo presidente, Carmine Battipaglia

Crescono ancora i numeri del patentino del frigorista. Lo dicono i dati di Unioncamere ed Ecocerved sul Registro f-gas, appena pubblicati da Cna impianti e commentati dal suo presidente, Carmine Battipaglia. Negli elenchi che attestano quali sono i soggetti abilitati a lavorare con i gas fluorurati compaiono 22mila imprese e oltre 54mila persone fisiche certificate, con un’ascesa costante negli ultimi mesi. «La profonda diffidenza – dice Battipaglia – degli operatori del settore rispetto al Dpr 43/2012 che ha introdotto la certificazione per chi lavora sugli impianti contenenti f-gas sta lentamente, ma progressivamente, riducendosi». Anche se resta vivo il problema dei controlli, a carico del ministero dell’Ambiente.

Il patentino del frigorista è l’obbligo sancito dal Dpr n. 43 del 27 gennaio 2012, che stabilisce un complesso di regole e certificazioni per chi lavora con i gas fluorurati. L’obbligo riguarda gli impianti che emettono gas sopra i tre kg, soglia che è al di sopra dei normali impianti monofamiliari. Le imprese coinvolte, in concreto, sono quelle impegnate nel settore del riscaldamento e della refrigerazione. Dal momento della creazione del registro, le imprese e gli operatori hanno potuto prima richiedere un certificato provvisorio iscrivendosi, per poi convertirlo in definitivo, pagando i relativi oneri e certificandosi.

I numeri ufficiali fotografano una situazione in rapida e costante evoluzione. Le imprese iscritte al Registro, a fine 2015, erano 48mila con poco meno di 20mila certificazioni. Al 30 giugno del 2016 siamo saliti ancora e risultano iscritte 49.406 imprese, con 22.088 società certificate. Accanto a queste, sono iscritte 76.546 persone fisiche, con 54.586 soggetti certificati. Dai dati di Unioncamere, quindi, la progressione dei numeri è evidente e testimonia che per le imprese, il rapporto tra iscritte e certificate è passato dal 29% del gennaio 2015 al 45% attuale.

«Non vorremmo però – avverte Battipaglia – che questi comportamenti virtuosi venissero totalmente vanificati dal persistere della mancanza di qualsiasi controllo nei confronti degli operatori che continuano ad installare impianti contenenti f-gas senza certificazione». Quello dei controlli è divenuto ormai un argomento imprescindibile nel confronto tra le associazioni di categoria ed il ministero dell’Ambiente: «Se non si interviene in modo risoluto nei confronti di chi continua a lavorare senza essere in regola, praticando una vera e propria concorrenza sleale nei confronti delle imprese corrette che hanno investito tempo e denaro nella certificazione – prosegue il presidente degli impiantisti Cna – è la credibilità dell’intero provvedimento ad essere messa totalmente in discussione».

A settembre prossimo, poi, dovrebbero vedere la luce le prime bozze del Decreto di attuazione del Regolamento UE 517/2014 che andrà a sostituire il DPR 43/2013 attualmente in vigore: «Potrebbe essere quella l’occasione buona per risolvere il problema anche perché nel nuovo regolamento europeo sono stati inseriti chiari divieti sia per la vendita di f-gas che per l’installazione e manutenzione di impianti che li contengono a persone ed imprese non certificate. Sarebbe ora – conclude Battipaglia – che queste prescrizioni di legge non rimanessero lettera morta».

Giuseppe Latour, Il Sole 24 Ore