Aeroporti di Roma, Anac: “Gara per servizi ristorazione”

Cantone ha spiegato che Anac ha svolto una lunga istruttoria e inviato una serie di quesiti e di osservazioni sia a ADR che a Enac (l’ente responsabile per la gestione degli scali) e di essere in attesa delle rispettive controdeduzioni. Per il presidente di Enac, sarebbe opportuno però che in materia intervenisse una norma legislativa, che definisca perlomeno gli ambiti delle subconcessioni, anche se – secondo Cantone – sarebbe opportuno avviare una riflessione anche sul meccanismo delle concessioni aeroportuali, che sono state escluse dalle competenze dell’Autorità dei Trasporti, ma su cui non c’è sufficiente attenzione dal punto di vista legislativo. In particolare, Cantone ha spiegato che Anac ha avviato un’indagine, per così dire parallela, sul bilancio degli affidamenti delle gestioni aeroportuali in concessione, che in genere prevedono il corrispettivo dell’impegno da parte del concessionario a realizzare una serie di investimenti, che nel caso di ADR – ad esempio – sono stati realizzati solo per la metà (anche se lo stesso Cantone ha precisato che la società si è impegnata a realizzare entro la data di scadenza della concessione, il 2021, l’intero piano di investimenti).

Quindi, i servizi commerciali all’interno degli aeroporti devono passare da una gara. È la conclusione alla quale giunge la delibera n. 758 del 13 luglio 2016 appena pubblicata dall’ANAC. La pronuncia, nello specifico, riguarda Aeroporti di Roma considerato “caso pilota”. Attività come la ristorazione, in base alle regole europee, sono ormai considerate pertinenze delle attività aeroportuali in senso stretto e non vanno più valutate in maniera separata. Per questo, i contratti che le regolano non possono essere considerati di natura privatistica. Una conclusione dalla quale deriva una conseguenza ulteriore: l’Anac ha piena competenza a monitorare questo tipo di rapporti.

Cantone_Aeroporti di Roma_Delibera_758_2016